top of page

La qualità dei trapianti effettuati in Italia è  notevolmente migliorata negli ultimi anni e già a partire dal 2009 l'esito, ovvero l’evoluzione e la qualità dei risultati, risulta paragonabile o superiore a quanto osservato nei principali paesi europei, come evidenziato dal confronto dei principali registri internazionali UK, UNOS CTS. In questo contesto la Regione Sardegna si colloca tra le prime Regioni italiane in fatto di qualità dei trapianti.

Questo significa che nel 90,3% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di Cuore lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale. Anche un’elevatissima percentuale dei pazienti trapiantati di Fegato e di Rene (78,2% e  89,8% rispettivamente) raggiungono, dopo appena qualche mese dal trapianto, il pieno reinserimento nelle attività lavorative e sociali.

Questi risultati sono il frutto dell’eccellente professionalità e dell’elevata tecnologia di cui dispongono i Centri Trapianto in Italia, ma soprattutto sono il frutto della ricerca e di tutti quegli studi scientifici mirati al miglioramento della qualità dei trapianti, e conseguentemente al miglioramento delle condizioni di vita delle persone trapiantate.

Tuttavia rimangono numerose criticità, basti pensare al rischio di rigetto acuto e cronico dell’organo trapiantato o alle problematiche relative alla necessità di una continua terapia immunosoppressiva. A questo si aggiunge l’estrema difficoltà di trapiantare pazienti iperimmunizzati in quanto destinati a perdere rapidamente la funzionalità dell’organo trapiantato.

Per risolvere tutte queste criticità serve un continuo impegno nella ricerca che, come già evidenziato, rappresenta il fondamento sul quale si basa la qualità del sistema dei trapianti.

Purtroppo, negli ultimi anni, le risorse messe a disposizione della ricerca si sono ridotte progressivamente, in Italia più che negli altri paesi europei, mettendo a dura prova il settore.

Non possiamo e non dobbiamo perdere questa sfida, che ha sempre contraddistinto la Sanità Italiana in ambito internazionale. Medici e biologi altamente qualificati sono impegnati nella ricerca nel campo dei trapianti pur con risorse economiche estremamente limitate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed è con queste premesse che è nata l’Associazione per l’Avanzamento della ricerca sui Trapianti “AART-Onlus”, che ha come scopo quello si supportare sul piano economico e scientifico i ricercatori sardi ed italiani impegnati in progetti di ricerca nel campo dei trapianti.

Nel 2014 sono stati supportati con l’acquisto di reagenti e materiale per ricerca due lavori scientifici. Questo ha permesso di ottenere i primi importanti risultati scientifici.

 

  • È stato identificato un marcatore genetico che aumenta il rischio di perdita del rene trapiantato nonostante la terapia immunosoppressiva. Il lavoro è in fase di pubblicazione in una importante rivista scientifica internazionale a testimonianza della buona qualità della ricerca.

  • Nei pazienti con cirrosi epatica causata dal Virus dell’epatite C è stato identificato un gruppo di pazienti ad alto rischio di sviluppare epatocarcinoma correlato ad un particolare assetto immunogenetico- genetico. Il risultato è estremamente interessante perché potrebbe essere utilizzato nella prevenzione dell’insorgenza del carcinoma epatico. Anche questo lavoro è in corso di pubblicazione su un’importante rivista internazionale.

 

 

Questi lavori verranno presentati in importanti Congressi scientifici internazionali.

 

Tra tutti gli studi che vorremmo supportare, mi piace sottolineare quelli che hanno l’obiettivo di far aumentare la tolleranza dell’organo o delle cellule trapiantate. Questo porterà ad una maggiore durata degli organi trapiantati e permetterà la sospensione della terapia immunosoppressiva in pazienti opportunamente selezionati.

Altro problema che vogliamo affrontare è quello dei pazienti in lista per il trapianto da tanti anni perchè iperimmunizzati. Questi pazienti non possono essere trapiantati perché i loro anticorpi aggrediscono e distruggono l’organo donato. Studiare i meccanismi immunologici che causano la produzione di questi anticorpi è indispensabile per predisporre terapie efficaci a desensibilizzare questi pazienti rendendo possibile il trapianto.

 

Per questo motivo l’AART-Onlus, collabora strettamente con il Centro Regionale Trapianti della Sardegna, con la Cattedra di Genetica Medica dell’Ospedale “R. Binaghi” e con i Centri Trapianto dell’Azienda Ospedaliera “Brotzu”.

Tutti i progetti che la AART sostiene sono valutati da un Comitato Scientifico che rappresenta il punto di forza dell’AART. Esso è costituito da professori, medici e ricercatori che gestiscono direttamente la rete dei trapianti in Sardegna e che pertanto conoscono bene i punti di forza, i limiti e i problemi del sistema trapianti su cui bisogna intervenire.

 

bottom of page